
Come mai la scelta dei Ronchiverdi?
Sono stato indirizzato ai Ronchiverdi dal mio caro amico Mattia Errico, informandomi della presenza del maestro Laurent Bondaz del professore Andrea Lemma…..ho deciso di venire a visitare la struttura e da lì è nato tutto.
Cosa cercavi esattamente?
Ero alla ricerca di una struttura che mi offrisse tutto ciò che di cui un tennista professionista ha necessità; uno staff qualificato e preparato per quanto riguarda l’aspetto tecnico e tattico, fisico e anche mentale, il tutto con la supervisione di mio papà Igor, anche lui maestro di tennis.
Arrivi da un infortunio al ginocchio, come sono le tue condizioni fisiche?
Da fine luglio ho avuto un problema al tendine rotuleo che ho dovuto curare a fine agosto con un’infiltrazione. Da quel momento è partita la fase di recupero con dure sessioni di fisioterapia. Fortunatamente è da qualche settimana che sono tornato ad allenarmi a tempo pieno. Durante le vacanze di Natale mi metterò alla prova in un torneo nazionale con in progetto a metà gennaio di tornare all’attività internazionale.
Come ti sei allenato da settembre qui al Club?
Ho approfittato all’inizio, visto che non potevo ancora caricare il ginocchio, per migliorarmi tecnicamente. Ho lavorato molto sulla preparazione del dritto, utilizzando in modo particolare la videoanalisi curata dal maestro Andrea Dario, rendendola più pulita ed ordinata in modo da poter sfruttare al meglio la mia forza. Ora che sto meglio mi sto allenando con il maestro Bondaz curando gli appoggi e alcuni aspetti tattici. Dal punto di vista fisico ho cambiato radicalmente le mie abitudini, svolgendo allenamenti mirati al recupero associati a sedute per la ricerca della prestazione. Il mio preparatore Andrea Lemma applica un metodo funzionale che ha transfert diretto con il campo, ciò mi ha permesso di aumentare le motivazioni e di prendere condizione in brevissimo tempo.
Quali sono i tuoi obiettivi e programmi per la prossima stagione?
Il proposito è quello di riuscire a migliorare il mio best ranking (292 ATP nel 2016) attraverso un percorso di crescita sia professionale che personale. L’idea è quella di iniziare con alcuni tornei futures per poi affrontare una seconda parte di stagione a livello challenger.
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